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Conferenza stampa per A Few Best Men con Stephan Elliott, Kris Marshall, Olivia Newton-John

29/10/2011 | News
Conferenza stampa per A Few Best Men con Stephan Elliott, Kris Marshall, Olivia Newton-John

Al secondo giorno di Festival di Roma, nella Sala Petrassi dell’Auditorium, si è svolta la conferenza stampa del film A Few Best Men, esilarante commedia diretta dall’australiano Stephan Elliott presentata al Festival fuori concorso. All’evento erano presenti il regista, i tre produttori, lo sceneggiatore Dean Craig, gli attori Kris Marshall (che interpreta Tom, uno dei tre testimoni dello sposo) e Olivia Newton-John (la mamma della sposa) applauditissima e in forma smagliante.
Il cast ha risposto in modo divertito alle domande dei giornalisti presenti.

Una domanda per Olivia Newton-John. Come mai negli ultimi anni interpreta personaggi trasgressivi o addirittura antipatici? Si tratta di una scelta per distruggere la Sandy di “Grease” e l’immagine legata alla ragazza ‘acqua e sapone’ del passato?
O.N-J.: Film come “Grease” e “Xanadu” sono stati indimenticabili successi ma mi piace cambiare, essere diversa. E’ stato entusiasmante fare qualcosa di più folle del passato.

Per il regista. L’inizio del film con quella scena ambientata su una spiaggia assomiglia tanto all’inizio di “Grease”. Si tratta di un omaggio?
S. Elliott: No, non è un omaggio, non ci avevo pensato perché molti film australiani sono ambientati sulle spiagge. In fondo in Australia non ci sono per niente bellissime spiagge (ride).

Per Olivia N-J. Lei ha ispirato molte ragazze in tutto il mondo con il personaggio di Sandy, con questo film  ha provato a ridere di se stessa?
O.N-J.:  Non penso ai film precedenti che ho fatto, se scelgo un film è perché mi piace. Era una grande opportunità lavorare con Stephen.

Per il regista. Ci sono analogie tra questo film e “Priscilla – La regina del deserto?”
S. Elliott: Se posso comportarmi male lo faccio. Anche in “Priscilla” ci si comportava male e sono contento che quest’anno in Italia sarà un musical a teatro, vedo che dopo vent’anni può essere ancora attuale. Io ho iniziato da giovanissimo a fare filmini ai matrimoni, probabilmente ho lavorato a diecimila matrimoni, è lì che ho imparato a fare il regista. Chiedevo alla sposa di andare avanti e indietro per la chiesa perché magari le dicevo che la vedevo grassa (ride). Sono un sovversivo e questa è la mia vendetta su tutti quei matrimoni che ho filmato.

Per Olivia N-J. Nel film il suo personaggio subisce un’evoluzione. “Grazie” alla cocaina si libera del suo background serio e perbene. Si è identificata nel percorso liberatorio di questa donna?
O.N-J.: Non ho esperienze di droghe (ride), per me è stata una sfida interpretare un ruolo di questo tipo, mi piace giocare, mi sono divertita ma ero anche un po’ nervosa a girare certe scene.
S. Elliott: Quando stavamo girando la scena in cui sniffa cocaina, Olivia mi ha detto che voleva un tubo con un compressore per non dover aspirare, ma doveva far finta perché naturalmente si trattava di zucchero. Le ho detto che doveva inchinarsi davvero e farlo e alla fine lo ha fatto.

Per Oliva N-J. In che rapporto è che con il mitico personaggio di Sandy di “Grease”?
O. N-J.: Mi piace moltissimo quel personaggio. Sandy vive ancora e ci sono moltissime bambine che vengono ai miei spettacoli che hanno visto il film e lo amano ancora oggi. E’ un film amatissimo e sono molto grata a quel ruolo.

Una domanda per i produttori. Che ne pensate del “teorema di David Niven” secondo cui il divertimento sul set di un film è inversamente proporzionale al successo al botteghino? E’ vero tutto quello che raccontano le cronache su tutto ciò di folle che è successo sul set?
Produttore: Si, ci siamo divertiti molto. No ci sono regole nel cinema, ci è piaciuto fare il film e speriamo che faccia ridere la gente.
S. Elliott: Ci siamo divertiti con “Priscilla”  e questa vola ci siamo divertiti altrettanto. Alcune volte era difficile tenere ferma la macchina  da presa per le risate che facevamo. Abbiamo fatto molte scene mosse. E’ davvero bello essere pagati per lavorare e ridere come  pazzi.
Olivia N-J: Anch’io mi sono divertita moltissimo, come anche con “Grease”, direi che il “teorema di Niven” è da abolire.

Una domanda per Kris Marshall. Come è arrivato al film?
K. Marshall: Avevo lavorato già con Dean Craig (lo sceneggiatore) e alcuni dei produttori per “Funeral Party”  e per me è stata come una riunione di famiglia. Ho dovuto però partecipare a due audizioni, incredibile! (ride). Ho fatto la prima audizione per il ruolo di David ma in realtà ero troppo vecchio per quel personaggio (ride). Così mi hanno proposto il ruolo Tom, uno dei testimoni, perché potevano renderlo un po’ più grande.

Per il regista. Qual è la qualità speciale dell’amicizia maschile in Australia? Questo rapporto così speciale ci può essere tra donne?
S. Elliott: La storia dell’Australia è iniziata come colonia penale inglese. Si è creata così tra i primi coloni un’amicizia molto forte. Il senso del forte legame di amicizia risale i quei tempi, le donne sono arrivate in un momento successivo. Anche negli USA ora si usa molto questo concetto. Per le donne è diverso, anche se ora ci sono molti film sull’ amicizia tra donne, ma è un genere più nuovo.

Per lo sceneggiatore Dean Craig. Come è nata l’idea dell’ariete?
D. Craig: Non so com’è nata l’idea, deve essere stato in un momento di follia, mi sembrava così surreale che mi è parso divertente.
S. Elliott: Molti hanno paragonato questo film a “Hangover” (“Una notte da leoni”) ma mi sento in dovere di precisare che Dean aveva pensato e scritto la sceneggiatura molti anni fa, quindi l’idea è molto precedente al successo del film di Todd Phillips.

Per il regista. Quanto gli attori sono stati lasciati liberi?
S. Elliott: Ho chiesto di seguire la sceneggiatura ma la spontaneità si sente molto nel film, è vero, c’è molta naturalità. Questo dipende dal fatto che non abbiamo fatto prove ma abbiamo girato direttamente ed è stato un bene perché si sente tutta l’energia che viene dagli attori.

Per il regista. Lei ha detto che fare film è più pericoloso che sciare. E’ vero?
S. Elliott: Io sono anche uno scrittore e nel momento in cui mi accingo a scrivere un film e fino al giorno in cui ho finito di girarlo talvolta passano anche sette, otto anni. Nel mondo del cinema indipendente ci sono realtà molto più lunghe. Fare un film può prendere fino a dieci anni di vita. E’ dura. Continuo a sciare e a pensare che sia meno pericoloso di girare film.

 


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